mercoledì 27 novembre 2013

VIP, sfigati, TV, cinema e l'Amore vero

Questo è uno di quei post che comincio a scrivere e non so nemmeno io dove andrò a parare. Perché alle volte funziona così, alle volte hai in testa un tarlo, qualcosa, un’urgenza di comunicare non sai bene cosa, e allora cominci a scrivere. Cioè perlomeno a me succede così. Forse è generato da un senso di inquietudine, o magari è il bisogno di sfogarsi. Forse è semplicemente il demone che ha bisogno di essere sfamato, e allora, visto che ultimamente, per motivi lavorativi, non hai potuto accontentarlo (magari terminando quella cazzo di revisione del romanzo nerd, datti una mossa, ok?), almeno cerchi di tenerlo a bada scrivendo sul blog.
Guarda, demone, vedi, sono ancora vivo, trovo ancora un po’ di tempo per la scrittura. Anzi, ora che ci penso bene, in effetti sono arrivato alla revisione del capitolo XI su XXIV. Non è male, dai, quasi metà, ci puoi stare? Oh tranquilli, 24 capitoli possono suggerire mattoni da 800 pagine. No no, si tratta di capitoli brevi, non sto scrivendo Guerra e Pace. Però certo, sarà più lungo de L’isola del Terrore. E parlerà di tutt’altro.


Eh no, ma vedo che il demone ancora non sta tranquillo. Ha ragione, ti rammenta che poi dovrai sicuramente fare minimo un’ulteriore revisione, decidere la copertina, preparare l’ePub… insomma c’è ancora da lavorare. E ve bene dai, abbi pazienza, ho avuto da fare, sono andato a Milano. Eh, sì, a Milano, hai capito bene. Che poi pensa, non è necessario nemmeno più il colbacco, ho beccato lo stesso tempo identico di Roma, nuvolo e pioggia. Solo un po’ più freddo, ma poco guarda, che poi dicono che noi siamo allarmisti, che diciamo che non c’è più il clima di una volta, che sta cambiando, che c’è qualcosa che non va su ‘sto cazzo de pianeta. No, va tutto bene, siete solo allarmisti. Si sciolgono i ghiacciai, c’è un’alluvione e un terremoto due giorni su tre e a Milano, a novembre, non devi metterti neanche più sciarpa e cappello. Ma tu stai tranquillo, stupido allarmista che non sei altro, VA TUTTO BENE! E poi non preoccuparti, al limite, se c’è proprio qualche rischio, siamo al sicuro. La protezione civile manderà un fax di avvertimento. Un FAX, cioè capito? Nel 2013, nell’era in cui posso videochattare in tempo reale con l’aborigeno australiano di guzzantiana memoria… si avvicina un pericolo mortale per la popolazione e noi inviamo i FAX! Ma d’altronde un paese dove accendi la TV e si parla di Forza Italia, è normale che sia perlomeno vent’anni indietro.

E tralasciando il lavoro a Milano, che comunque la metro arriva dappertutto e i milanesi vanno sempre di corsa e, ma dico io, avete la metro che davvero arriva dappertutto, passa spessissimo e, sul serio, è praticamente impossibile arrivare tardi, quindi mi spiegate che cazzo ve corete? Boh… cioè se venite a Roma ve ricoverano dopo mezzora, non vi rendete conto di quanto è tutto più semplice, da voi. Ma dicevo tralasciando le osservazioni puramente lavorative, parliamo invece del viaggio di andata e, soprattutto, ritorno. Andata c’è poco da dire, 3 ore nette da Termini a Centrale. Cioè uno all’antica come me, un post-romantico, che si compiaceva nell’idea del viaggio lunghissimo, durante il quale scrivere per ore (finisci la revisione, cazzo! – n.d. il demone) e perdermi in pensieri superiori osservando il paesaggio… macché, 3 ore nette a quasi 300 orari, il panorama è una visione indistinta, peggio di una ripresa concitata da film moderni che non si capisce un cazzo. E va bene sì, un poco ho letto, un poco ho scritto, e mi son finito di vedere L’ultima casa a sinistra, l’originale, non il remake, film d’esordio di Wes Craven, all’epoca ancora sconosciuto. Film durissimo, spietato, crudo, pesante. Brr, da vedere, consigliatissimo.

Ok, passiamo al viaggio di ritorno. Perché poi lì la sfiga (o la fortuna, dipende dai point of view), ti fa sedere accanto a un essere soprannaturale, che tu di solito vedi solo alla TV (e quindi non lo vedi, perché la TV ormai l’hai buttata nel cesso da anni). Però sono eventi interessanti, perché ti fanno veramente capire la differenza che c’è tra te, normale impiegato e aspirante scrittore, nonché nerd e ammiratore di tutto ciò che più o meno è considerato trash/merda/roba da sfigati nel resto di’Italia, e quel che invece è considerato cool/figo/massima aspirazione dagli italioti. Insomma fatto sta che arriva questa bella figheira che si siede accanto a te. Bella ragazza, ok, su questo nulla da dire. Solo che il viaggio di ritorno è previsto in 3 ore nette anche stavolta, ma invece ci saranno problemi “sulla linea” (No-TAV/terroristi/berlusconiani? Boh, non è dato sapere). Comunque insomma il viaggio durerà 3 ore e mezza, di cui un buon 3/4 la tipa li passerà al telefono.

Ora, punto primo tu normalmente ti fai i cazzi tuoi (infatti stavo leggendomi DODICI di Zerocalcare, altra cosa consigliatissima), punto secondo nella tua ingenuità pensi che anche la gente tendenzialmente pensi ai fatti suoi, e invece no, la tizia si mette al telefono con voce anche piuttosto sostenuta, insomma ci tiene proprio a far sapere a tutti che “giornata d’inferno” (testuale) ha avuto. Perché lo metto tra virgolette? Ci arrivo. Perché tu, povero semplice impiegato, hai una certa idea di giornata d’inferno. E poi scopri che esistono categorie di esseri divini ultrasoprannaturali, che hanno una concezione della vita e degli standard completamente diversa dalla tua.

Perché la tipa è una “signora attrice” (testuale) che si incazzava con il suo agente, o boh, comunque un tizio che le aveva rimediato un lavoro a Milano, un servizio fotografico da Cartier o roba del genere. E, oltraggio degli oltraggi, ma come, neanche un bell’orologio regalato, un gioiello, uno sconto, insomma, ma io sono una signora e saluto e me ne vado, ma poi è pieno di paparazzi, è ovvio, ma tu non sei mai venuto in giro con me, è ovvio che è pieno di paparazzi, ma insomma sono offesissima, e poi ma come lavori? Queste cose ci devi pensare tu o il VIP?

VIP d'altri tempi...
Ecco, un VIP. Cioè, così si considera, questa signora attrice. E io lì ho pensato: cazzo, questa deve essere una importante, davvero cool, ma chissà che film ha fatto. Eppure non la riconosco, cioè ecco non è che vedo la TV, ma se sei una VIP da qualche parte ti ho visto, no? E invece no, e come si spiega? È presto detto. Complice il fatto che lei sta sempre al telefono e si riguarda le sue foto sull’iCoso che manco Narciso, riesco a carpire nome e pure cognome. E scopro che il massimo che ha fatto questa grandissima attrice sono cose tipo CentoVetrineCarabinieriElisa di rivombrosadestocazzo e Don Matteo. Ovvero, la massima espressione cinematografica che riesce a raggiungere questo paese di merda, che ha dimenticato quando aveva 3 canali invece di 999 e faceva cose decine di milioni di volte più interessanti, tipo Il segno del comandoA come Andromeda o l’Odissea, che si chiamavano sceneggiati e non fiction. Se penso che la RAI co-produsse insieme agli inglesi Spazio 1999, mi viene voglia di comprare un fucile mitragliatore e giustiziare i coglioni (messi al comando da altri coglioni) responsabili di questa merda catodica che ci sommerge da anni. (Nota per i controllori orwelliani: La frase precedente è chiaramente una forte espressione metaforica/figurativa, atta solo a sottolineare il profondo disgusto dell’autore della stessa per l’attuale panorama cinetelevisivo italiano; si dichiara pertanto, per le menti non avvezze all’umorismo, che l’autore non ha realmente intenzione di comprare un fucile e giustiziare qualcuno).

Ma sì dai, parliamo d’altro, che è meglio. Potrei farvi una recensione di altri film che ho visto di recente e che mi sono piaciuti parecchio, oltre a L’ultima casa a sinistra. Ho visto anche Eva, un film di fantascienza spagnola. Incredibile, eh? Non esiste solo l’Ammmerica, ci sono paesi in Europa che fanno sci-fi, solo noi continuiamo a produrre ogni anno le stesse serie su guardie, preti e dottori. Insomma Eva, senza usare budget colossali e montagne di effetti speciali in 3D (che sta per Direzione Da Dementi) riesce a coinvolgere e a essere un gran bel film. Poi ho visto Kick-Ass, che parla di uno sfigato che, senza aver alcun superpotere, decide di mettersi a fare il supereroe. Un capolavoro, guardatelo. Ok non ho fatto vere e proprie recensioni, ma sinceramente non mi andava. Sono sul mio sito, potrò decidere quello che mi va o non mi va, ok? Fidatevi di me e guardatevi ‘sti film, punto.

E ora parliamo del vero Amore, quello con la A maiuscola. Perché c’è da dire una cosa, cioè riguardo tutti quei romanzi e film che, dall’Ottocento in poi, ci hanno convinto che l’Amore per la propria amata significhi scalare le montagne, sfidare pretendenti a duello, attraversare gli oceani a nuoto, rubare per lei i gioielli della Corona; oppure sopravvivere all’affondamento del Titanic, per poi lasciarsi affondare per permetterle di stare più comoda su una zattera di legno. O chissà che altro. No, non avete capito una mazza, ve lo spiego io cosa è l’Amore: è svegliarsi la mattina presto e, con le caccole ancora agli occhi, aiutare vostra moglie a curare il raffreddore di un pupazzetto inerme di tre mesi, mentre (attenzione, qui sta il vero eroismo!) per distrarlo vi sentite (di prima mattina, ripeto)… Il caffè della peppina! Come dite? Non sapete cos’è il caffè della peppina? Ma come… Il caffè della peppina non si beve la mattina, né col latte né col the, ma perché perché perché!Ecco, se volete sapere perché, seguite il filmato esplicativo. E con questo è tutto, saluti.


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