Con la "emme" maiuscola, sì. Probabilmente l'Accademia della Crusca non sarà d'accordo, ma pazienza. Per quanto mi riguarda parlo di una mamma specifica, la mia, quindi userò la maiuscola.
"Viva la Mamma", quindi. Così cantava tale Bennato, qualche tempo fa, quando le mamme erano ancora quelle di una volta, con quelle gonne un po' lunghe, così elegantemente anni cinquanta.
Canzone che rispecchia fedelmente l'epoca della mia infanzia, e il modo di essere mamme di una volta, cosa che oggi non esiste più, nel bene e nel male. Mia Mamma era del '32, un anno più grande di mio padre, e oggi avrebbe compiuto novantadue anni. Il destino, nella forma di un tumore incurabile, me l'ha tolta molto prima, che non ne aveva nemmeno sessanta. All'epoca mi parve una giustizia incredibile, e oggi lo penso ancor di più, oggi che io ne ho 52 e non riesco a sentirmi anziano, ancora perso nelle mie stupide fantasie di scrittura e progetti di creatività varia che probabilmente non vedranno mai la luce. A questa età a mia madre sarebbero rimasti solo quattro anni di vita. Oggi, con l'età media che è salita sempre più, e la "terza età" che di conseguenza si è spostata sempre più avanti, pensare di morire prima dei sessant'anni pare una bestemmia, un insulto alla vita.
Eppure può succedere, oggi come allora. Certo all'epoca magari c'era meno prevenzione, la medicina era meno efficace contro certe malattie. Ma anche oggi può sempre succedere tutto. Ma sto divagando; stavo parlando di mia madre.
Una Mamma di una volta, di quelle appunto con la gonna "un po' lunga". Una donna semplice, eppure eccezionale nella sua semplicità. Una casalinga, una mamma a tempo pieno, ma anche una sarta, uno di quei mestieri di una volta che facevano appunto le mamme. Una Mamma che ho potuto avere solo per sedici anni della mia vita, eppure molto di lei, dei suoi principi, sono vivi in me, e hanno contribuito, insieme a quelli di mio padre, a rendermi la persona che sono oggi. Ricordo la sua sensibilità, la sua dolcezza, ma anche il suo coraggio, la sua forza, le sue abilità impareggiabili in tutto ciò che riguardava la casa e i figli. Una di quelle mamme di una volta, dicevo, quando in casa facevano tutto loro (ma non perché mio padre fosse un cattivo marito, è solo che all'epoca funzionava così, il marito lavorava e portava a casa i soldi, la moglie si occupava della casa e dei figli); senza lavastoviglie, senza bimby, senza roomba, insomma senza tante comodità moderne, eppure faceva tutto e ha cresciuto tre figli; sì d'accordo senza un lavoro fisso (o meglio senza dover andare in ufficio tutti i giorni), ma comunque come ho detto faceva anche lavori di sartoria (aveva i suoi clienti fissi, ma io ricordo ovviamente i fantastici costumi di Carnevale che faceva per tutti noi figli), comunque lasciamo perdere questi discorsi, altrimenti prendiamo una piega che non è quella che voglio dare a questo post. Questo non vuole essere un confronto tra le mamme di un tempo e quelle di oggi, che hanno una vita frenetica e durissima, perché devono fare le mamme e le mogli oltre a lavorare. E tanto di cappello. Ma poi paragonare la vita di oggi e quella di 60-70 anni fa lascia il tempo che trova, un po' come confrontare Via col Vento e Avatar.
Questo vuole essere solo un ricordo di mia madre. Incompleto, parziale, spontaneo, ma sincero. Mi rendo conto che in tanti anni di post (anche questi parziali, confusi, irregolari) non ho mai scritto due righe su di lei. Forse perché è venuta a mancare tanto tempo fa, prima ancora che le parole "internet" e "blog" avessero un senso. E allora ecco qui, semplicemente per dire che, anche se non ne parlo, anche se non ne scrivo, questo non vuol dire che non sia presente nel mio cuore. E però anche perché scripta manent... volevo che ci fosse un pensiero su mia madre che restasse nero su bianco, e condividerlo.
E oggi che sono genitore a mia volta di due figli, e che capisco veramente cosa vuol dire fare il genitore, ora che sto capendo sulla mia pelle perché è "il mestiere più difficile", ed è davvero così, non solo un modo di dire, posso solo ripensare a mia madre, oltre che con affetto, con ammirazione, per aver cresciuto una famiglia trasmettendole solo valori e principi positivi, senza mai far trapelare i problemi di famiglia, per non parlare di come ha affrontato con dignità il dramma che ha vissuto per anni, e trovando la forza di regalare sempre sorrisi, fino alla fine.
Auguri, Mamma.
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